

Autore: Carlo Perazzo
Prefazione di Lelia Pisani
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RAZZISMO DI STATO E ACCOGLIENZA IN ITALIA. UNA LETTURA ANTROPOLOGICA
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Mentre donne, uomini e bambinә vengono picchiatә sulle frontiere, lasciatә morire in mare e imprigionatә in campi di detenzione, gli Stati europei affrontano la migrazione come se fosse un fenomeno emergenziale e non storicamente determinato dalle loro stesse politiche. Quale “rifugio” è realmente possibile nella “Fortezza Europa”? In questo libro, nato sul campo, da un’esperienza di lavoro nell’accoglienza, l’incontro con l’alterità culturale diventa l’occasione per un’antropologia al contrario: nello specchio della migrazione emergono le nostre politiche razziste, le burocrazie, le presunzioni culturali. Da qui, la violenza strutturale che caratterizza le migrazioni odierne non appare come un’emergenza, bensì come l’esito di un particolare modo di concepire gli Stati nazioni e di un preciso modo di governo economico-politico: il capitalismo attuale. Il libro, dopo una chiara introduzione al fenomeno migratorio, propone uno studio critico delle convenzioni internazionali e della normativa italiana su asilo e accoglienza, rendendolo un utile strumento di lavoro. Questa sorta di “antropologia delle istituzioni”, accompagnata dalla “voce dal campo”, permette sia di approfondire i processi di clandestinizzazione e refugizzazione tipici del razzismo di Stato, sia di far emergere le contraddizioni e i conflitti interni all'accoglienza e al ruolo difficile di chi ci lavora.
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Carlo Perazzo (1990), antropologo e mediatore etnoclinico, ha lavorato per diversi anni con persone migranti. Collabora con la rivista Altraparola, si occupa di ecologia (In-comune. Nessi per un’antropologia ecologica, Asterios, 2021), violenza strutturale e antropologia della morte.
La bottega di Barbieri: Razzismo di Stato e accoglienza
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