CRITICA AL GIUDIZIO PSICHIATRICO
Autore: Giorgio Antonucci
Prefazione di Thomas Szasz
Inserto fotografico: Esterni in interno, di Massimo Golfieri.
Autore: Stefano Cavallini
Informazioni sulle spedizioni
(quando il libro è disponibile in versione pdf)
IL MONDO INTERIORE DEL GRUPPO “AL DI LÀ DELLE VOCI”
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Ci sono distanze che si possono accorciare, non siamo poi così lontani dalle altre persone. Parlandoci delle distanze emotive, delle sensazioni che vivono dentro di noi, raccontandoci i nostri sentimenti avvertiamo che diamo la possibilità alle altre persone di poterci ascoltare ed essere compresi, non giudicati. Il gruppo di auto-mutuo-aiuto, nell’ottica della presa in carico da parte dei servizi, può essere percepito come una risorsa che favorisce la riduzione del disagio psichico e sociale e il miglioramento della qualità di vita, intesa nella sua complessità: la famiglia, la vita affettiva, il lavoro, le amicizie e tutto ciò che vive attorno alle persone. L’auto-aiuto è quindi un mezzo relazionale per assicurare ai partecipanti del gruppo un sostegno emotivo. All’interno del gruppo ogni sforzo personale indirizzato a risolvere il proprio problema diventa nello stesso momento risorsa per risolvere un problema comune. Nel gruppo le persone parlano delle loro voci, quali sono, di chi sono, quante sono, cosa dicono, dove le sentono e quando le sentono, se sono voci buone o che insultano. Si verifica così una sorta di effetto per cui chi dà aiuto tentando di trovare nuove strategie, nella realtà modifica se stesso nel rapporto con l’altro. Anche la condivisione del medesimo problema tra i componenti del gruppo fa sì che l’efficacia delle strategie e l’aiuto scambiato incidano in maniera maggiore nella valorizzazione delle proprie capacità di contrastare e di imporsi al potere delle voci e quindi dà la spinta all’azione concreta per la soluzione dei problemi. Il gruppo A.M.A. nasce quindi dalla volontà di confrontarsi con altre persone e sperimentare in questo modo che è possibile costruire l’opportunità di un percorso che porta verso il cambiamento. Per questo è importante, anche se impegnativo, affrontare la storia delle proprie difficoltà, per dare un senso alla sofferenza e per trovare il modo, ridefinendola, di rendere la vita più accettabile.
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Stefano Cavallini nasce a Portomaggiore (FE) nel 1953, nel 1968 si trasferisce a Bologna e nel 1974 lavora presso l’ospedale Sant’Orsola come infermiere. Dal 1989 vive a Borgo Tossignano e fino al 2010 lavora come operatore sanitario nell’ospedale di Imola presso il C.S.M. Frequenta vari corsi di aggiornamento e il corso di terapia sistemica famigliare diventando “coterapeuta”; nel 2006 partecipa a Bologna ad alcuni convegni sul tema delle “voci” creando successivamente, all’interno del C.S.M., il gruppo “Al di là delle voci” nel quale è facilitatore. Pensionato dal 2010 ha continuato, e continua tuttora, a operare all’interno del gruppo “voci”, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale.
Scheda tecnica
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