

Autore: Annino Mele
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“Chi frequenta il proprio ovile sa quanto valore può avere una cosa daniente. Anch’essa è stata creata perché c’è posto per tutti”. Così l’autoreinizia la sua narrazione e ci accompagna con mano leggera fra i boschi e le lande solitarie della sua latitanza come fra le mura delle carceri in cui è ristretto. Là dove "Franco, in un angolo della cella, appendeva bottiglie vuote. Vuoti di plastica del Coccolino, della Coca.cola, insomma tutto quello che gli capitava. Con un filo appendeva queste bottiglie al soffitto. Lo chiamava l'angolo degli impiccati".
Narrazione sul filo dell'ironia e dell'amarezza, questo libro richiama i lettori ad una riflessione non superficiale sulle questioni sociali sollevate dalla cronaca quotidiana, come la droga, la scuola, il rapporto con l'ambiente, e chiede attenzione per il mondo carcerario. Un mondo che rischia sempre di più di essere seppellito, con tutti i suoi abitanti, in una terra di nessuno ai margini non soltanto delle città ma anche della coscienza civile.
Annino Mele, nato nel 1951 Mamoiada in Sardegna, pastore sin dall'infanzia e attualmente scrittore. E' stato in carcere con una condanna all'ergastolo.
Scheda tecnica
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