

Autore: Francesco Blasi
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Una fuga, ventuno poesie, una luna nuova
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I racconti poetici qui proposti mettono a nudo alcuni subdoli dispositivi della realtà attuale. Fra tutti, il ruolo che le multinazionali del farmaco, alleate con il sistema psicoterapeutico privato, assumono nella promozione del consumo farmacologico di massa. Non è più lo psichiatra che cura i pazienti, consumatori chimici senza pari. Ridotto a mero applicatore di protocolli diagnostici e terapeutici elaborati altrove, rinuncia insensibilmente alla propria libertà, in cambio di nulla. Parallelamente il paziente, immagine speculare del suo perplesso terapeuta, combatte senza risparmio per conquistare un vissuto di veridicità che si basi su una congettura centrale indiscutibile, da preservare in ogni caso. Impermeabile a una realtà per lui deleteria, non delira perché ragiona male, ma perché intuisce che la ragione serve la vita, non la morte. In questa opaca situazione, la poesia si eleva quale linguaggio capace di esprimerne il dolore e rintracciarvi frammenti sparsi di verità dimenticate.
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Francesco Blasi è uno psichiatra di quel che resta del servizio sanitario nazionale a Napoli. È stato presidente dell’Associazione Sergio Piro.
Scheda tecnica
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