

Autrice: Diana De Rosa
Prefazione di: Giuseppe Dell'Acqua
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Il diario di Antonio Tomasich nel manicomio di Trieste (1909-1910) e altri scritti
Nella Trieste amministrata dall'Austria, alla fine del 1908 entrava in funzione il nuovo manicomio, vanto della città, costruito secondo i più moderni dettami della psichiatria. Ad Antonio Tomasich, cuoco e filosofo, toccò la sorte di essere fra i primi che ne occuparono i padiglioni. Le pagine che egli scrisse nei molti anni d’internamento documentano uno spaccato della società e della psichiatria. Esse raccontano delle angherie, dei soprusi, delle violenze che avvenivano quotidianamente in quella comunità e descrivono con occhio ora spietatamente critico, ora più comprensivo, il comportamento dei suoi sventurati compagni. Nell'ambiente manicomiale egli aveva ritrovato i forti e i deboli, i privilegiati e gli esclusi. Il cibo, su cui egli appuntò la sua ansia riformatrice, diventò il segno tangibile di una più ampia ingiustizia sociale.
Diana De Rosa, studiosa di storia della città e delle istituzioni educative, svolge attività di ricerca nell'Università di Trieste. Fra le sue pubblicazioni: "I bambini di sua maestà. Esposti e orfani nella Trieste del Settecento" (Franco Angeli, Milano 1986); "Libro di scorno, Libro d'onore. La scuola elementare triestina durante l'amministrazione austriaca (1761-1918)" (Del Bianco, Udine 1991); "Il baule di Giovanna: Storie di abbandoni e infanticidi" (Sellerio, Palermo 1995); "Maestri, scolari e bandiere. La scuola elementare in Istria dal 1814 al 1918" (Dal Bianco, Udine 1998)
Scheda tecnica
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