
Autore: Annino Mele
Autrice: Maria Grazia Greco
Informazioni sulle spedizioni
(quando il libro è disponibile in versione pdf)
Il carcere che si prende la vita
Questo libro propone una scrittura sperimentale che denuncia la situazione vergognosa dell’istituzione carceraria italiana in quanto realtà indegna di un Paese civile e di uno Stato di diritto, deprecata e sanzionata perfino a livello internazionale. La narrazione poetica dell’istituzionalizzazione, che comincia con i rituali d’ingresso nel penitenziario, mostra con grande efficacia la riduzione della persona a cosa, a numero. “Non più Francesco”, bensì “Matricola n. 20478”. Non si muore, in carcere, soltanto per suicidio, per incuria o peggio. Si muore ogni giorno, in quelle 22 ore passate chiusi in cella: il carcere si prende la vita dei reclusi, negando loro la dignità e i diritti umani fondamentali. Negando quella opportunità di cambiamento e reinserimento che la Costituzione prevede per i detenuti. E umiliando non soltanto loro, ma anche gli operatori carcerari e la società stessa, ridotta a complice indifferente della disumanizzazione in atto.
Maria Grazia Greco è nata a Roma nel 1954. Laureata in Lettere presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, si occupa di ricerca letteraria e storiografica, si interessa alle tematiche dell’emarginazione e del disagio sociale, svolge attività di impegno civile con il GLR di Roma e con l’Associazione Antigone. Ha pubblicato opere di narrativa e di saggistica. Ha lavorato come docente a Rebibbia nell’anno scolastico 2009-2010 nei reparti G12-Alta Sicurezza e G9.
QUESTO LIBRO È STATO PREMIATO CON IL MARCHIO DELLA MICROEDITORIA DI QUALITÀ
Scarica il pdf della recensione di Claudia Piccinelli, “Poesie del profondo carcerario”, da Documenti allegati.
Scheda tecnica
Potrebbe anche piacerti
Autore: Annino Mele